L’energia dei fiori ci ricorda che siamo parte dell’Universo

Tutti noi siamo abituati a prendere la nostra cura floriterapica dalla boccetta di vetro, ce la prepara un esperto o andiamo direttamente in negozio a comprare gli stock.

La mettiamo in casa appoggiata sul comodino, in camera, sulla credenza in cucina….o la portiamo con noi nella borsa e prendiamo le gocce solitamente quattro volte al giorno, magari con gesti distratti, senza pensarci.

Ma cosa c’è nella boccetta di vetro? Tutti noi lo sappiamo, c’è una specifica vibrazione che è il messaggio specifico di un fiore.

Se ci fermiamo a pensare e riflettiamo un attimo possiamo forse cogliere tutto il suo prezioso insegnamento . Potremmo per esempio immaginare il fiore, Chicory (la cicoria) che ha i petali di un colore blu intenso e cresce nei prati, sulle bordure delle strade. Capiremmo che Chicory è un fiore, come tale ha radici, gambo e petalo ed è assolutamente diverso fisicamente dagli uomini, eppure è cosi simile a noi nelle emozioni da regalarci una vibrazione ricca d’amore e di serenità per il nostro spirito.

Come è possibile che un fiorellino dei campi o di un albero possa donarci un’emozione che ci aiuterà a stare meglio? Forse perché il nostro mondo è molto più vicino e somigliante, pur nelle sue particolarissime differenze, a noi esseri umani.

Con questo pensiero, quando camminiamo in un prato o vediamo un fiore o semplicemente guardiamo in alto nel cielo, ricordiamoci sempre che facciamo parte dello stesso Universo.

Anche se non siamo abituati a farlo e non viviamo in campagna, proviamo a guardarci in giro, proviamo ad osservare la natura che c’è sempre. Anche se abitiamo in città ci saranno dei parchi o dei viali; magari girando un angolo, dietro ad un cancello scopriamo una pianta di White Chestnut (l’ippocastano) con i suoi grandi fiori bianchi che si ergono come lampadine luminose per aiutarci a rasserenare la mente dai pensieri stancanti e ricorrenti.

Oppure scendendo alla fermata del pullman, in un piccolo triangolo di terra, vediamo un Vervain (la verbena) che tenacemente si aggrappa alla vita prendendo da quel tozzo di terra tutto quello di cui ha bisogno per sopravvivere e che ci aiuta nel calmare l’eccessivo dispendio di energia.

Se abitiamo in campagna, o comunque in zone non eccessivamente urbane, impariamo ad osservare. Guardandoci in giro scopriremo che il Dandelion (il tarassaco), fiore che riempie i prati e le bordure stradali in primavera, ci circonda letteralmente donandoci una serenità che allenta le tensioni.

Scoprire che un fiore dei campi con le sue piccole corolle gialle, come Agrimony (l’agrimonia) che quasi si perde nel folto dell’erba , ci può aiutare con la sua vibrazione di pace ricca di serena consapevolezza è semplicemente stupefacente.

Possiamo immaginare che il fiore è come noi e che ci aiuta perché ha in sé una vibrazione, un’emozione da trasmetterci. Saremo così più vicini alla natura, al mondo, all’Universo, così diversi ma così simili a tutto ciò che di naturale ci circonda.

Non è necessario, prendendo una cura floriterapica, conoscere del fiore la sua origine o la sua storia botanica, ma sarebbe bello non dimenticare che è un fiore, un semplicissimo fiorellino ad aiutarci, in un momento di stanchezza o di depressione. Con questi pensieri non dimenticheremo mai che le gocce delle boccetta ci arrivano dalla terra, dall’aria, dall’acqua e dal sole, ai quali siamo molto grati.

di Cinzia Tirelli